Quindici soldati e sei civili sono stati uccisi in attacchi in Mali e Burkina Faso, vicini paesi africani occidentali che stanno lottando contro gruppi armati.

Veicoli imbottiti con esplosivi sono stati guidati dentro tre campi militari nel Mali centrale prima dell’alba di domenica, ha detto l’esercito in una dichiarazione. Sei soldati sono stati uccisi e 15 feriti nel campo Sevare e cinque sono stati feriti in due altri campi.

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Un attacco di sospetti ribelli estremisti islamici su una unità militare nel Burkina Faso venerdi ha ucciso almeno 16 forze della sicurezza e ferito molti altri, ha annunciato l’esercito.

Una decina di soldati e quattro combattenti volontari che lavorano a fianco dell’esercito sono morti quando la loro unità militare è stata attaccato alle 5 a.m. nella città di Namissiguima nella regione Centro Nord, ha detto una dichiarazione delle forze armate. Inoltre 21 soldati sono stati feriti e anche l’equipaggiamento è stato danneggiato, si legge nella dichiarazione.

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Nuovi scontri sono scoppiati mercoledi nel martoriato est del Congo tra truppe dell’esercito e il gruppo ribelle M23 dopo una settimana di relativa calma, hanno detto fonti locali.

“L’esercito ha attaccato tutte le posizioni M23 a Musongati, Tchanzu e Runyoni” che i ribelli hanno preso la scorsa settimana, Damien Seburazane, un rappresentante dei gruppi della società civile, ha detto a AFP.

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Sospetti ribelli hanno attaccato un villaggio nell’est del Congo con maceti e pistole, uccidendo almeno una dozzina di civili, l’esercito del Congo ed un sopravvissuto hanno detto lunedi.

I combattenti che si crede facciano parte del gruppo ribelle Forze Democratiche Alleate hanno effettuato l’attacco domenica notte a Masambo, circa 50 chilometri (31 miglia) lontano dalla città di Beni, il portavoce dell’esercito il capitano Anthony Mwalushayi ha detto a The Associated Press.

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Ismaël Wagué, il ministro della riconciliazione nazionale del Mali, è a Gao per riprendere il dialogo con i gruppi armati nel nord del Mali.

Questo viaggio avviene in un momento quando gli ex ribelli per l’indipendenza di Azawad potrebbero riprendere le armi ancora una volta.

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