Il bilancio dei morti di due giorni di scontri tra le forze di sicurezza siriane e i lealisti del presidente cacciato Bashar Assad e le uccisioni per vendetta che ne sono seguiti ha raggiunto più di 1.000, un gruppo di monitoraggio della guerra ha affermato sabato, rendendolo uno degli atti di violenza più mortali dall’inizio del conflitto in Siria, 14 anni fa.

L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani situato in Gran Bretagna ha affermato oltre 745 civili uccisi, molti da spari da breve distanza, 125 membri delle forze di sicurezza governativa e 148 militanti con gruppi armati affiliati con Assad sono stati uccisi. Ha aggiunto che l’elettricità e l’acqua potabile sono stati tagliati in grandi zone intorno alla città di Latakia.

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha condannato le uccisioni in una dichiarazione domenica.

“Gli Stati Uniti condannano i terroristi islamici radicali, inclusi i jihadisti stranieri, che hanno ucciso le persone nella Siria occidentale negli ultimi giorni. Gli Stati Uniti stanno con le minoranze etniche e religiose della Siria, incluse le sue comunità cristiani, druse, alawite e curde e offre la sua condoglianza alle vittime e le loro famiglie”, ha detto Rubio in una dichiarazione, aggiungendo “le autorità ad interim della Siria devono ritenere responsabili gli autori di questi massacri contro le comunità minoritarie della Siria”.

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