Guerre nel Mondo

Nel mezzo di un piano di pace fatiscente in Ucraina, la NATO ha riferito di movimenti di truppe russe vicino il confine ucraino. Nel frattempo, Kiev ha giurato di proteggere le città orientali dai ribelli che cercando di imporre il potere sulla regione.

Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha convocato il Consiglio per la Difesa e la Sicurezza Nazionale in Ucraina questo martedi sera come reazione alle elezioni tenute questo weekend dai capi separatisti nell’Ucraina orientale.

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Ufficiali della sicurezza yemenite dicono che più di 30 persone sono state uccise negli scontri tra ribelli sciiti Houthi e combattenti tribali appoggiati da militanti di al-Qaeda nella città assediata di Radda a sud della capitale Sanaa.

Gli ufficiali hanno detto che le due parti hanno scambiato fuoco di artiglieria pesante fino all’inizio di martedi, uccidendo diversi civili e danneggiando case e macchine. Il bombardamento indiscriminato ha costretto decine di famiglia a fuggire dalla città.

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Lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) ha rivendicato la responsabilità per due bombe sui pellegrini sciiti che hanno lasciato morte 23 persone a Bagdhad un giorno prima, mentre la violenza è continuata lunedi.

In una dichiarazione postata online domenica, il gruppo ha detto che gli attacchi con autobombe sono avvenute malgrado le misure di stretta sicurezza tra gli sciiti “nel più grande evento infedele”.

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L’esercito libico ha chiesto ai residenti di avacuare un distretto centrale di Bengasi, dove si trova il porto del paese, poichè prepara una operazione militare contro gli islamici, ha riferito l’agenzia di stampa Reuters citando Ahmed al-Mesmari, un portavoce per il capo dello staff dell’esercito.

Almeno 230 persone sono state uccise dall’esercito, che è appoggiato dalle forze leali all’ex generale, che ha intrapreso una offensiva contro i gruppi islamici nella seconda città più grande della Libia. Tutto questo fa parte del conflitto in corso che ha colpito il paese nord africano produttore di petrolio tre anni fa dopo la cacciata del suo ex presidente dittatore Muammar Gheddafi.

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Almeno 55 persone, inclusi 11 donne e tre persone della sicurezza, sono stati uccisi e circa 200 feriti quando un attentatore suicida oggi ha detonato una potente bomba a Wagah in Pakistan, pochi minuti dopo la cerimonia di ammaino della bandiera nel principale valico di frontiera Indo-Pakistano.

“Un grande numero di persone se ne stava andando dopo aver visto la cerimonia di ammaino della bandiera dei rangers al valico di Wagah quando un attentatore suicida si è fatto saltare in aria vicino ai cancelli di uscita”, ha detto l’ispettore generale Mushtaq Sukhera della polizia del Punjab. Ha riferito che anche tre rangers pakistani si trovano tra i morti.

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