Ribelli siriani hanno attaccato obiettivi militari chiave ed assaltato due stazioni di polizia ad Aleppo, uccidendo 40 poliziotti, riporta un gruppo osservatore.
Gli scontri tra i ribelli e lealisti del presidente Bashar al-Assad sono stati anche riportati nella capitale Damasco, nella città orientale di Deir Ezzor e Daraa nel sud, culla di più di 16 mesi di rivolta.
100,000 soldati sono stati messi in standby poichè unità dell’esercito turco si stanno muovendo verso il confine siriano questo lunedi.
La Turchia sta dispiegando più soldati al confine, carri armati, veicoli da combattimento armati, più lancia-missili e truppe di fanteria, ha riportato l’agenzia di stato Anadolu.
La stampa locale turca lunedi ha detto che tutte le unità del Secondo Comando dell’Esercito delle Forze di Terra Turche sono state messe in standby.
Lunedi i ribelli hanno catturato una base militare governativa nella periferia di Aleppo, la metropoli siriana contesa che ha visto da più di una settimana sanguinosi scontri.
La base ospitava circa 200 soldati siriani e durante la notte è stata sotto attacco da parte dei ribelli da tre diversi punti.
“La battaglia è durata circa nove ore”, ha detto Fazad Abdel Nasr, un comandante ribelle che sta combattendo nei sobborghi a nord di Aleppo. Nasr ha riferito che sei soldati del regime e quattro combattenti sono stati uccisi.
Truppe siriane dicono di aver ricatturato un distretto della più grande città siriana di Aleppo, dopo pesanti combattimenti contro i ribelli che rimangono in controllo delle fasce della zona commerciale malgrado siano stati cacciati via dalla capitale Damasco.
Le ultime due settimane hanno visto le forze del presidente Bashar al-Assad lottare come mai successo prima per mantenere la presa sul paese dopo una grande avanzata dei ribelli nelle due principali città ed una esplosione il 18 Luglio che ha ucciso quattro alti ufficiali della sicurezza.
Violenti combattimenti tra i militanti integralisti islamici di al Shabaab e le forze governative sono stati registrati questa mattina nella regione di Gedo, a sud del Paese.
Il governatore regionale, Mohamed Abdikali, ha riferito all’emittente locale Shabelle che almeno 26 combattenti islamici sono stati uccisi.